sabato 30 giugno 2012

Come una rondine

Stasera ero ad un concerto in un chiostro. C'era tanta gente.
Ad un certo punto come mi succede da un po' mi è venuta voglia di starmene cinque minuti da sola. Sono stata così tanto tempo sola negli ultimi anni che non dovrei averne più bisogno per mezza vita almeno, e invece no, non è così.
Sono uscita con la scusa di una sigaretta, era il crepuscolo.
C'erano mille rondini che volavano a bassa quota, appena sopra la mia testa. Rapide come frecce nere scoccate da un arco, innamorate del vento, giocavano nell'aria e garrivano volteggiando eleganti e snelle.

Che poi lo so che stavano semplicemente cacciando insetti eh, lo so. 
Ma erano così belle, sembravano così libere.
Così pazzamente felici.

venerdì 15 giugno 2012

I giorni di vento

Arrivano improvvisi questi giorni di vento. La brezza spazza instancabile il cielo, porta nuvole che corrono furiose, svelando veloci cieli azzurri e sole e stelle sfavillanti. Fa stormire le foglie degli alberi, imitando il suono dei ruscelli e delle cascate. Spettina i capelli e fa volare come aquiloni anche i pensieri che credevi di aver riposto in qualche angolo sicuro, entra dalla finestra e ti volta le pagine del libro per dispetto.

Non mi è mai piaciuto il vento, mai. Diceva sempre mio nonno che il vento dà fastidio ai matti; ho sempre pensato che fosse un giorno come questi che mio zio, quello strano, per far vedere che era coraggioso uscì di casa saltando dalla finestra della cucina al secondo piano.
Son convinta che il vento faccia fare cose strane. Forse è per questo che mi fa paura. E allora rispondo male a tutti e prendo un altro moment per il mal di testa, mi dà fastidio la corrente e urlo stizzita "chiudi quella cazzo di porta che sbatte!", di notte non dormo, mi volto nel letto e ascolto i rami battere contro alle finestre.

Stasera ero in strada ad aspettare gli amici. Si è alzata una folata e io ho guardato in su e ho visto il cielo rosso di tramonto e la mia strada come incendiata, ed era bello. Io ero lì, pesante e un po' grigia, guardavo gli uccellini rincorrersi in aria giocando con ogni refolo d'aria e all'improvviso mi è venuta voglia di aprire le braccia e volare via, portata dal vento, come un uccellino. Lasciare tutto a terra, i ricordi le cose la gente le illusioni e farmi portare dall'aria in un posto che non so.
Ho capito anche un po' mio zio, sì, quello strano, che forse il vento ce l'ha nella testa e allora per forza che i pensieri gli si confondono a volte, ho capito le onde del mare e le barche a vela e gli aquiloni e i palloncini e le rondini ed ero quasi contenta.

Perché alla fine forse non è proprio che lo odio, il vento. Forse ho solo paura di questa voglia d'ali, di questi pensieri spettinati. Di questi inizi nuovi di quando dici, va bene, basta, volto la pagina, ricomincio.
Forse è solo paura.