venerdì 24 agosto 2012

L'estate crudele

Lo cantavano le Bananarama che l'estate è crudele.
Piena di promesse come quando da ragazzini avevamo davanti tre mesi tutti da riempire con la promessa sottile della pelle calda e abbronzata, delle labbra salate da assaggiare, dei desideri a solcare il cielo notturno di tutti i nostri "da grande farò... sarò..."
Poi grandi lo siamo diventati anche senza fare o essere tutto quello che le stelle ci avevano garantito, e siamo diventati anche più ironici e divertenti e saggi e acuti e consapevoli e disincantati oppure no, tanto è lo stesso.
Io non volevo chissà quali cose, volevo una mano da stringere forte al buio guardando in su, tanto che tutte le mie stelle, tranne una che ho regalato, si son chiamate così, con quel nome lì, sempre lo stesso. Invece questa è stata l'estate in cui finalmente ho imparato a stare bene da sola. Che è una cosa stupenda, meravigliosa, ma io da sola ci sto da tanto, e volevo proprio vedere se sarei stata capace di fare quelle cose banali che fanno tutti, tipo cercare casa con lui, sposarsi innamorati pazzi, avere un figlio in braccio e fare le foto insieme con la faccia instupidita dalla felicità, cose così insomma.
Alla prossima notte di San Lorenzo, alla prossima estate, chiederò un pony, così magari mi arriva, che so, un motorino.