Prima o poi doveva succedere.
Sono uscita indenne da innumerevoli inferni; bianchi e asettici come ospedali, caotici come stazioni, scuri come abbandoni. Sempre con la mia testarda voglia di dare tutto, di spendere tutto nei rapporti, anche quando mi costava, quando dovevo andare contro il mio egoismo, certa che l'unica mia forza era di mostrarmi così, imperfetta e fragile come sono. Dire "ti voglio bene" per me era una promessa. Non sono mai stata io ad andarmene per prima. Mai. Onesta e sincera, aperta come un libro, dal fango della mia vita sconquassata sono sempre uscita con quel residuo di ingenuità bambina che mi faceva credere che se ti impegni e dai tutto, ottieni tutto.
Non è così.
Guardavo certe donne sempre in tiro, sempre sorridenti, mai un legame serio, sembrava che non le avesse mai sfiorate il dubbio di sentirsi inadeguate. Pensavo, ma guarda che dura, guarda che stronza, ma perché deve fingere sempre, perché non si fa vedere per quella che è davvero?
Poi sono andata in pezzi. Mille volte, prima di cedere.
E quando finalmente mi sono arresa, l'unico modo per tenere insieme i centonovantanove pezzetti che restavano era mettersi intorno una bella corazza. Un guscio traslucido che lasciasse fuori tutti, tutto, tranne me.
Ho imparato che le persone vanno e vengono. Che non c'è bisogno che io stia ad aspettare tessendo la mia tela come Penelope, perché chi va non torna, e chi ha ricevuto affetto o amore non sempre ricambia. Non c'è alcun bisogno di dare il meglio di me, di sforzarmi di essere quella che c'è sempre nonostante tutto.
Ho scoperto che chi si mostra fragile ha perso in partenza. Sempre.
In amore, in amicizia, le regole non cambiano. Mi hanno deluso entrambi, mi hanno ferito allo stesso modo.
Adesso vado in giro con la schiena più dritta, il sorriso un po' ironico. Non abbasso gli occhi davanti a nessuno, non ho bisogno di nessuno. Ogni tanto mi esce dai denti una battuta un po' cinica. Mi trucco più volentieri, sono più leggera. Non sento più nessun peso. Mi godo tutto quel che posso, senza chiedere nulla al domani. Prendo la gente per quello che è.
Anche io finalmente ho la mia buccia.
Qualche volta penso che prima ero una persona migliore, lo so che è così.
Ma, oh, prima di tutto bisogna sopravvivere.
Purtroppo prima o poi si arriva a questo punto.
RispondiEliminaE purtroppo, o per fortuna, le persone come noi non si "disincanteranno mai" del tutto e il nostro essere, seppur in una profondità recondita rimarrà sempre lo stesso...
Anche se non lo dirò mai apertamente (e dal vivo lo negerò anche sotto tortura, davanti a chiunque!), è sempre viva la speranza di trovare un piccolo mondo su misura per noi...
Sì, ma costa cara la speranza.
RispondiEliminaNulla di ciò che vale ed è importante si ottiene facilmente..altrimenti non avrebbe quel valore!
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